giovedì 5 maggio 2011

GIUSEPPE GARIBALDI; FILOSOFIA IN ROSSO

di Valeria Arnaldi 
 
 
“Discorsi, scritti e proclami dell’uomo che inventò l’Italia sognando una patria socialista”. Sottotitolo chiaro per “Il libretto rosso di Garibaldi”, pubblicato da Purple Press, a cura di Pier Paolo e Massimiliano Di Mino. Vera e propria apologia del mito e del diritto dell’uomo a inseguirli e costruirli.
“Ci hanno insegnato che non esistono più i miti, o che non ne abbiamo più bisogno. – scrivono gli autori nel testo che apre il volume - In cambio ci danno per articolo di fede che quello di cui abbiamo bisogno è produrre e comprare coscienziosamente. Sarebbe più onesto e corretto dire, quindi, che i vecchi miti sono stati soppiantati, con utile operazione teologica, da un nuovo racconto della vita, non meno fantasioso di qualsiasi altro racconto. In questa bella favola si immagina la vita come una competizione senza limiti, con leoni e gazzelle che, in barba alla loro reale natura, vivono una vita insonne gli uni cacciando e gli altri fuggendo”.
Di Garibaldi, quindi, si parla perché il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, certo, e quindi, è giusto ripensare alla storia. La nostra storia. Ma, soprattutto, di Garibaldi si parla e si deve parlare, suggeriscono gli autori, perché è un eroe e abbiamo bisogno di eroi nel senso pieno e “classico” del termine.
Il ritratto che emerge da questa raccolta di testi è quello epico di un idealista, pronto a sacrificare tutto se stesso per dare corpo a un’utopia, per realizzare ciò in cui credeva, anche sbagliando a volte, ma sempre con fiducia e fermezza. Ideali, appunto.

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