sabato 18 settembre 2010

sinossi

Fiume di tenebre è un romanzo d’avventura, un racconto epico, ma la sua trama prende le mosse da un fatto reale, ossia il fallito attentato a Gabriele D'Annunzio organizzato da un misterioso gruppo di cospiratori interessato a rimuoverlo dal comando che egli detenne su Fiume dal settembre 1919 al
dicembre 1920.La fonte di questo episodio è “Gli allegri filibustieri di D’Annunzio” di Tom Antongini.
Protagonista del romanzo è il capitano Italo Serra, un ufficiale che durante la Grande Guerra si è distinto in azioni valorose e per certi delicati servizi di spionaggio.Il primo conflitto mondiale fu seguito da un fenomeno di reducismo vistosissimo e allarmante, e il capitano , come molti suoi commilitoni, non riesce a tornare alla vita civile. Gli orrori visti e subiti, ma anche l’assuefazione a una vita immersa nell’eccesso, nell’azione energica, nell’incerto, in un clima di violenza e selvaggia libertà , gli impediscono di tornare a casa. E, come molti, si smarrisce al punto tale da essere ricoverato in un sanatorio con una prognosi di isteria da conversione.A guarirlo non saranno, però, i medici, ma un robusto e urgente appello al suo senso del dovere come militare e come patriota: un gruppo ai vertici dell’esercito (Il generale Bonalumi, il generale Caviglia e il tenente Guido Keller) gli offre l’opportunità di tornare in guerra, chiedendogli di mettere le sue competenze a
servizio di un colpo di Stato. I fatti, però, precipitano. L’Italia, malgrado la vittoria militare, è un paese socialmente e politicamente in crisi, in balia delle più diverse e, spesso, confuse forze: queste, però, non riescono ancora a intraprendere un’azione decisa e chiara. Inoltre D’Annunzio, conquistando Fiume, sposta il centro, e perverte i tempi, di qualsiasi altra iniziativa. Guido Keller è fra coloro che sposano la causa fiumana e si unisce al Vate. Bonalumi muore; mentre Caviglia sceglie la via della carriera, e si mette agli ordini dello Stato che voleva sovvertire, assumendo il compito di reprimere l’iniziativa dannunziana. Il colpo di Stato è fallito prima di nascere, e tutte le aspirazioni coltivate si sono ivelate fumo. Serra si ritrova solo. Il capitano è deluso e sconfitto, più smarritoche mai, ed è per questo motivo che non ha dubbi nell’accettare la missione che gli commissiona un ignoto gruppo cospiratorio: uccidere D’Annunzio. Entra a Fiume fingendosi uno dei tantissimi giovani, disertori, anarchici, delinquenti, poeti, avventurieri che cercano qui una vita diversa. Il suo piano è trovare Keller, che sa vicinissimo al Comandante D’Annunzio. Una volta a Fiume, però, la sua vita prende, ancora una volta, una piega inaspettata. Qui, infatti, il capitano Serra trova insieme con Keller anche lo scrittore Giovanni Comisso e il soldato Giuliano, i quali lo coinvolgono nei loro riti di amicizia cavalleresca, nei loro eccessi e stravaganze, immergendolo nel clima folle e romantico della città olocausta, una nazione-bohème dove sono all’ordine del giorno l’esperienza sessuale estrema e le droghe. Infine, conosce Ada, il contatto che dovrebbe aiutarlo nella missione. Ada è una donna fatale e pericolosa, anche lei smarrita da questa guerra: più che aiutarlo nella missione, finisce per collaborare alla corrosione profonda di tutte le convinzioni di Serra. Per il capitano, infatti, Fiume rappresenta soprattutto la perdita totale di tutto quello che era stato e di quello in cui aveva creduto. Uno smarrimento che lo porta a fallire la missione.
Ma è in questo fallimento, che coincide con l’apocalisse di Fiume e dei suoi protagonisti (con quel Natale di Sangue del 1920 in cui il generale Caviglia entrò con le truppe regolari per sgombrare la città), che il capitano Italo Serra scopre il proprio destino in un finale sospeso e magico

Fiume di tenebre riscrive liberamente, utilizzando le figure dei suoi reali protagonisti, un episodio della storia contemporanea rimosso e mistificato, che solo oggi comincia ad essere studiato seriamente nel suo aspetto di esperimento politico innovativo e bizzarro; e secondo Gramsci, Lenin, e ancora oggi Hakim Bej, rivoluzionario.

L’aspetto più eclatante dell’impresa fiumana, però, risiede nella sua natura poetica, quale fu salutata dal dadaismo, e amata da tutti i giovani che dopo la guerra non volevano più tornare a una vita normale. Ed è come un fatto poetico, che l’impresa viene trattata in Fiume di tenebre, un romanzo in cui personaggi alla Dumas sono calati nell’abisso di quel sussulto collettivo dell’anima che fu il tentativo dei legionari fiumani di trovare una vita radicalmente nuova.

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