venerdì 2 settembre 2011

Il libretto rosso di Pertini sul Corriere della Sera

 

 

RITRATTI

Pertini sempre coerente, dal carcere
al Quirinale

Due volumi raccontano il presidente più amato
La battaglia contro il fascismo e i giudizi taglienti



Andrea Gandolfo
SANDRO PERTINI. DALLA NASCITA ALLA RESISTENZA

Aracne
pp. 640, € 30
Malgrado siano passati oltre vent'anni dalla scomparsa (1990), Sandro Pertini continua a essere considerato «il presidente più amato dagli italiani», che ne ricordano bene la straordinaria popolarità durante il settennato al Quirinale, dal 1978 all'85. Un motivo in più per segnalare due volumi molto diversi, ma anche felicemente complementari. Il primo è scritto da Andrea Gandolfo e s'intitola Sandro Pertini. Dalla nascita alla Resistenza (Aracne). Copre un cinquantennio - esattamente, dal 1896 al 1945 - che segna la formazione, non solo politica, negli anni dominati dalla Grande Guerra e poi dal Fascismo. È un racconto storico preciso, minuzioso, documentato, che si sofferma sui momenti-chiave della biografia di Pertini. Per esempio, quando nel 1926 contribuisce - con Rosselli, Bauer, e Parri - a mettere in salvo, a Parigi, il vecchio leader socialista Filippo Turati; e a sua volta comincia la vita da esule in Francia.

 Il giovane Sandro Pertini (1896-1990) in una foto degli anni Venti, quando era impegnato nella cospirazione antifascista
Il giovane Sandro Pertini (1896-1990) in una foto degli anni Venti, quando era impegnato nella cospirazione antifascista
Ma è soprattutto dal 1929, quando viene arrestato, che emergono il coraggio e la coerenza di Pertini, che affronta il processo e finisce a Santo Stefano, il carcere di massima sicurezza di fronte all'isola di Ventotene; poi viene trasferito nella casa penale di Turi, dove incontrerà anche Antonio Gramsci. E Gandolfo opportunamente riporta la testimonianza diretta di Pertini, che descrive il leader sardo con quel «suo corpo infelice, con una testa, però, superba: la testa di Danton sul corpo di un pigmeo...». Naturalmente, gli anni fra il 1943 e il '45 servono a illustrare ancora meglio la personalità di Pertini, che, tornato libero, fa appena in tempo ad andare a Stella, il paese natale nel savonese, per salutare la madre, e subito si precipita a Roma e comincia la lotta nelle file della Resistenza, che trova il suo momento forse più alto nel discorso tenuto a Milano, in piazza del Duomo il 26 aprile del '45.

Massimiliano e Pier Paolo Di Mino - Il libretto rosso di Sandro Pertini - Purple Press - pp. 249, € 12
Massimiliano e Pier Paolo Di Mino - Il libretto rosso di Sandro Pertini - Purple Press - pp. 249, € 12
Le pagine di Gandolfo trovano un efficace complemento, anzi completamento, nel volume Il libretto rosso di Sandro Pertini (Purple Press), che raccoglie interventi, articoli, discorsi, interviste, mai generici; anzi, spesso carichi di pathos, tali da restituirci, specie negli anni della rinascita - notano i curatori Massimiliano e Pier Paolo Di Mino - «l'immagine di Pertini che entra nella vita nazionale rompendo con eleganza i rituali dei protocolli», per offrirci «una lezione di rigore»: come quando esorta i giovani a non essere mai «dei servitori in ginocchio» ma a essere «sempre degli uomini in piedi», pronti a difendere i propri ideali. Parecchi sono i giudizi taglienti: contro i «reggicoda», contro i «mercanti della politica», contro «i corrotti da colpire senza pietà», contro la camorra e la mafia, «i mali che tormentano il popolo italiano». Fedele a quest'unico imperativo: «La libertà senza giustizia sociale è solo la libertà di morire di fame».


Arturo Colombo
30 agosto 2011 

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